Con importanti ospiti vicini e lontani, presentato al Museo Stupor Mundi il nuovo centro Food For Mind di Jesi
Il nome è da imputare a Martina Colombari e la scelta dei termini inglesi origina dal voler creare vicinanza con i giovani. Quella di “Food for mind” è una storia recente che nasce con un gruppo di persone nel 2018, a Milano. Da anni impegnati nel duro lavoro dei disturbi alimentari, il gruppo di colleghi si è guardato negli occhi chiedendosi cosa creare per riuscire a fare di più. È iniziata così “una scommessa politica, per portare quella sofferenza umana e psichica al di fuori delle cliniche“. Da Milano, nacque un altro centro a Varese, e poi in altre città del nord Italia.
A raccontare questa storia è stato, lo scorso mercoledì nel cortile del Museo Stupor Mundi, il Dottor Leonardo Mendolicchio, psichiatra, psicoanalista e fondatore dei Centri Food for Mind, in occasione della serata dal titolo “Il peso del vuoto. Dove sono finite le emozioni?“.
Promosso dal centro di Jesi che da ora farà presidio sul territorio e nella provincia di Ancona, all’evento hanno partecipato numerosi ospiti come la modella Ilaria Capponi, l’attrice Paola Giorgi, il regista della serie “Fame d’amore” Andrea Casadio, la Dott.ssa Giuseppina Bentivoglio, in collegamento dal Veneto Martina Colombari e da Roma Elisa di Francisca.
Tra i relatori anche la responsabile del Centro Linda Fiorà, il medico psichiatra Marco Lazzarotto Muratori, Federica Merli biologa nutrizionista, ed Elisa Prosperi psicoterapeuta.
A dare i saluti iniziali, il primo cittadino Lorenzo Fiordelmondo: “quando mi sono approcciato al tema non ho potuto far altro che immaginare la città come un corpo, e come tale non possiamo che far caso alle sue ferite e fragilità – ha affermato. Il titolo di questa serata ci fa vedere quanto sia importante il legame tra sostanza e pensiero che è fatto da una cosa fondamentale come il prendersi cura, un elemento culturale che stasera si determina con forza. Auguro un buon lavoro a tutti“.
Presente anche l’Assessore regionale alla cultura Chiara Biondi a rappresentare la Regione Marche.
Dott. Mendolicchio: “le parole distruggono e guariscono. Sono atti di responsabilità”
Nel corso della serata, guidati dalla giornalista Catiuscia Ceccarelli, gli ospiti hanno raccontato le loro esperienze e condiviso testimonianze. Ad iniziare dal Dott, Leonardo Mendolicchio, da sempre impegnato nella cura dei disturbi alimentari.
“La cura di anoressia e bulimia non si fa in laboratorio ma nella città – ha detto. Ci sono molti aspetti sociali e culturali che possono favorire l’insorgenza di disturbi alimentari. Parlarne ci fa sentire meno soli perché ci si può ammalare per una parola sbagliata ma una parola giusta può anche guarire. Le parole sono atti di responsabilità che fanno la differenza. Il livello di disagio nella fascia adolescenziale oggi è elevatissimo e noi possiamo romanzare quanto vogliamo ma la verità è che se noi medici, cittadini, politici non cerchiamo risposte al malessere, tra trent’anni anni ci troveremo in un paese di persone che non avranno avuto risposte. Un paese di fragilità. Tutti noi abbiamo il dovere di domandarci qual è il nostro ruolo, quali sono i nostri diritti ma anche quali sono i nostri doveri“.
Ilaria Capponi: “Con le sfilate è arrivata la bulimia. Oggi dico ai ragazzi di avere amor proprio”
Ha condiviso la sua esperienza col pubblico anche l’ex modella Ilaria Capponi: “Vengo dal mondo della moda e da lì è iniziato anche il mio disturbo alimentare. Insieme alle sfilate è arrivata la bulimia e ne ho sofferto dai 14 ai 22 anni. Quel mondo continua a dare quei messaggi, gran parte delle modelle è ancora sottopeso“.
“Si pensa oggi che i social network siano responsabili ma il problema sono i messaggi che danno i vari ambienti. Non è stata neanche la pandemia, ma è il fatto che i ragazzi abbiano avuto più tempo per creare una loro storia che non gli appartiene. Hanno preso come riferimento un’immagine perfezionata della quale non si sentono all’altezza e questa è per loro una condanna. Io con i social lavoro – ha concluso – sono uno strumento e non è giusto demonizzarli. È facile dare come capro espiatorio qualcosa fuori da sé. Io dico ai ragazzi, usateli pure, a patto che l’immagine che costruite sia costruita da amor proprio. Bisogna guardarsi dentro e chiedersi cosa rende felice ognuno di noi“.
Martina Colombari: “dov’è finito l’amore per noi stessi?”
In collegamento dal Veneto, Martina Colombari ha raccontato il suo incontro con il Dott. Mendolicchio e il sostegno al progetto “Food for mind”: “ci siamo conosciuti in una trasmissione su La7 dove si parlava di stile di vita sano e disturbi del comportamento alimentare. Ero rimasta colpita dal suo modo di parlarne senza tabù, così da lì a pochi mesi sono andata a trovarlo in una struttura che dirigeva. Noi del mondo dello spettacolo veniamo spesso attaccati di essere complici di questi strani meccanismi che portano ad ammalarsi, come fossimo esempi sbagliati“.
“Questo mi ha sempre dato fastidio – ha raccontato – così come mi disturbava il fatto che venisse data sempre troppa poca importanza ai comportamenti alimentari che sono la seconda causa di morte dopo gli incidenti“.
“Mi sono resa disponibile ed ho abbracciato il progetto. È necessario acquisire la capacità di parlar di disturbi alimentari, di menopausa, gioco d’azzardo; chiederci dov’è finito l’amore per noi stessi. Tutto inizia dalla difficoltà dei giovani di trovare una propria identità. Si affidano ai social network per capire chi sono ma confondono quella con la vita reale. Bisogna guardarsi allo specchio, capire le proprie fragilità ed essere se stessi“.