A dieci anni dalla scomparsa, la Capitale intitola una Piazza al Cantautore romano. La cerimonia lo scorso 14 maggio, nel III Municipio
“M’attacco a ‘sta città che s’è addormita già da ‘n ora, Cammino su de lei, su strade uguali a pelle scura. Si poi se sveglierà, io certo nun glie posso fa’ paura, Roma nuda“, con questi versi Franco Califano inizia la sua celebre “Roma nuda” uscita nel 1976, parte dell’album “Tutto il resto è noia“.
Alla città dedica anche un altro componimento. Una serenata dove il Califfo si descrive come un cantastorie che raccoglie pezzi di vita dalla strada, con un quaderno e una penna. Un poeta in lotta con l’età che forse cerca risposte con la consapevolezza di averne già trovate. “Lassa che te canti ‘na canzone – dice alla sua città – uno che a pjalle non ce sta, se la po’ intonà a mezza voce, pure chi de voce nun ce n’ha. Lassa che te dica, Cara Roma, sempre tutto bene nun po anna’. Ma se tu si bona na chitara sona, che ‘sta serenata vojo fa’“.
Alle celebri dediche di Califano scomparso ormai da dieci anni, la città ha deciso di rispondere con un omaggio al suo Califfo intitolando a suo nome una piazza all’interno di casale Nei, nel III municipio di Roma. La cerimonia di intitolazione si è svolta martedì 14 maggio alla presenza del Sindaco Gualtieri, della figlia e della sorella del cantautore.
Un luogo ampio tra le vie che Califano percorreva di notte e simbolo, in quanto piazza, di aggregazione e condivisione, per omaggiare il cantautore che, con il suo genio, ha saputo dar voce alla solitudine. Un nome impresso ora nella città di Roma così come lo è nei cuori di generazioni di italiani.