Sono passati 15 anni da quella tragica notte del 6 aprile 2009 quando un terremoto di magnitudo 6.3 devastò L’Aquila e il suo territorio. Una scossa violenta che alle 3:32 del mattino strappò alla vita 309 persone, ne ferì oltre 1.600 e lasciò decine di migliaia di sfollati.
Il centro storico, cuore pulsante della città, venne quasi completamente raso al suolo. Palazzi storici, chiese, monumenti millenari crollarono in pochi secondi, sotto il peso di una forza incontrollabile.exclamation Il dolore e la devastazione si diffusero in tutto il territorio, colpendo anche i paesi limitrofi come Onna, Paganica e Fossa, dove la furia del sisma si abbatté con particolare violenza.
Le immagini di quella notte sono ancora impresse nella memoria collettiva: la polvere che avvolgeva la città, le urla di dolore e di angoscia, i soccorritori che scavavano tra le macerie alla ricerca di sopravvissuti. Un dramma che ha segnato per sempre la vita degli aquilani e che ha aperto una ferita profonda che non si è ancora rimarginata.
In questi 15 anni, L’Aquila ha fatto grandi passi avanti nella ricostruzione.
Il centro storico è stato in gran parte restaurato, con la riedificazione di edifici pubblici e privati, chiese e monumenti. Ma la ricostruzione materiale non è bastata a cancellare le cicatrici del terremoto.