“Monitorare subito le ripercussioni per le 34 aziende agricole dove passeranno le strutture di collegamento e comunque basta pannelli a terra”
“Ci sono 34 aziende agricole che avranno alcune ricadute dalla realizzazione dell’impianto fotovoltaico di Paterno e Argignano e noi siamo stiamo vigilando affinché ci siano i giusti indennizzi e i minori danni possibili all’attività agricola. Occorre, tuttavia, puntare su un fotovoltaico che non sottragga terre agli agricoltori: per questo e altri motivi abbiamo da subito puntato sull’agrivoltaico sui tetti dei capannoni e delle strutture agricole, andando anche ad implementare i fondi del Pnrr dal 40 all’80% per la realizzazione degli stessi”.
È Coldiretti Ancona a intervenire sul progetto di Novapower che prevede, oltre all’istallazione di pannelli fotovoltaici tra Fabriano e Sassoferrato, anche linee aeree e interrate che andranno a occupare ulteriori spazi.
“Il rischio – dicono da Coldiretti Ancona – è la proliferazione di questi impianti quando invece produrre energia solare davvero ecosostenibile dovrebbe prevedere il solo utilizzo dei tetti di stalle, casolari, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole o comunque aree già urbanizzate. Lo chiediamo da anni e, in questo senso, si sono espressi anche più di 8.300 cittadini marchigiani che hanno sottoscritto la nostra petizione”.
Negli ultimi 15 anni nelle Marche, secondo i dati dell’Ispra, le aree urbanizzate sono aumentate del 10% e oggi coprono quasi 65mila ettari. Sempre nello stesso periodo la superficie agricola ha perso 15mila ettari.
“L’ufficio di zona di Fabriano, il Caa e tutti i nostri servizi sono all’opera per vigilare e dare il massimo sostegno alle aziende agricole nella difesa dei loro diritti rispetto a questa vicenda – concludono da Coldiretti Ancona – A prescindere da questa situazione contingente, va subito approvata una legge regionale sul consumo di suolo che vada momentaneamente a colmare un vuoto legislativo nazionale con una legge che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio perché non dobbiamo dimenticare che l’agricoltura è un presidio al patrimonio naturalistico e culturale e garanzia di approvvigionamento costante di cibo di qualità, sano e prodotto in modo etico”.