La conclusione della vicenda CHN, induce a riflessioni di lungo respiro e meno superficiali di quelle che abbiamo letto in questi giorni.
Si e’ per ora conclusa con 200 esuberi, che sceglieranno volontariamente di uscire dai cancelli della CNH.
La crisi del settore dei mezzi agricoli e’ ormai strutturale sancito per iscritto anche dai sindacati, apre la porta alla cassa integrazione straordinaria .
Le multinazionali presenti sul nostro territorio stanno segnando fortemente di se il lavoro e la vita nella nostra zona.
La vicenda Caterpillar, Ariston passata a capitale turco, altre situazioni ormai rispondono a scelte solo finanziarie internazionali, non trovano la necessaria opposiszione e resistenza per il vuoto di conoscenza degli interessi e progettazione del capitale trasnazionale.
Manca da troppi anni una visione d’insieme dei flussi europei e internazionali, sia sindacale che politica.
Mancano i centri studi all’altezza di conoscere le scelte che le multinazionali faranno su quali settori ed in quali territori.
Per tornare alla realta’ locale, crediamo nella nostra modestia di mezzi che lo strumento che ancora debba guidarci sia la nostra Carta Costituzionale e precisamente l’art.3 che recita “E”compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitano di fatto la liberta’ e l’uguaflianza dei cittadini……”
Art.41 che dice “l’iniziativa economica privata e’ libera. Non puo’ svolgersi in contrasto con l’utilita’ sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla liberta’, alla dignita’ umana. “
Tali articoli vanno fatti rispettare nel concreto altrimenti avranno gioco facile quanti vogliono snaturarla, se questa gia’ non vive, nella pratica di tutti i giorni .
Solo con un grande sforzo collettivo, ponendosi all’altezza delle sfide che le multinazionali ci pongono, possiamo avere qualche speranza di fare argine al loro strapotere, le rassicurazioni consolatorie durano un giorno