“Il 90% delle persone detenute uscirà dal carcere ed è per questo che ci dobbiamo interessare a loro. Dobbiamo chiederci se sia nostro interesse che escano peggiori di come sono entrate e, se partiamo da questo concetto, possiamo affermare che il carcere ha fallito”. Lo ha dichiarato la docente di diritto penitenziario all’Università di Macerata, Lina Caraceni, nel Convegno di ieri pomeriggio a Jesi dal titolo ‘Oltre il limite – La situazione delle carceri marchigiane’ nel corso del quale l’associazione Antigone Marche ha presentato il suo Report 2023.
Nel corso dell’incontro tenutosi ieri pomeriggio a Palazzo dei convegni di Jesi, patrocinato dal Comune e organizzato da ImpAct, i volontari dell’associazione regionale per i diritti e le garanzie nel sistema penale hanno presentato al pubblico storie e racconti di attività in carcere e approfondito la situazione detentiva regionale.
“Il carcere è tempo vuoto e spazio pieno, dove le persone non lavorano sul proprio vissuto, non elaborano una nuova vita possibile e nella maggior parte dei casi torneranno a delinquere. Così com’è deprime la dignità delle persone e non conviene a nessuno di noi che sia così. Per il 70% delle persone detenute la privazione della libertà è solo punizione fine a se stessa, non serve a nulla se non a peggiorare le loro condizioni, tradendo la funzione rieducativa che la Costituzione assegna alla pena: dobbiamo pretendere come cittadini un cambiamento che produca diritti, autonomia e effettiva sicurezza per l’intera società”, ha
aggiunto Caraceni.
A prendere la parola, anche i volontari di Antigone Marche che hanno illustrato storie e dati sull’attività svolta di volontariato nel 2023, e l’avvocato e docente dell’Università di Urbino, Jacopo Saccomani, che ha fatto un approfondimento sull’importanza dell’istituzione dei Garanti comunali.
Carceri sovraffollati, dipendenze e tentativi di suicidio
Le situazioni più allarmanti evidenziate dai volontari di Antigone riguardano in primis il problema del sovraffollamento nei carceri di Montacuto, Pesaro e Fermo, istituti dove si riscontrano anche problemi
strutturali in termini di logoramento degli edifici.
Il Report conta, a fine 2023, nelle sei carceri regionali, 919 persone ristrette a fronte di una capienza regolamentare di 837 posti. Un sovraffollamento di media, dunque, ma che in realtà, non registrandosi in alcuni istituti (Fossombrone, Barcaglione e Ascoli Piceno), diventa ancora più acuto negli altri (a Montacuto c’erano 332 presenti su 257 posti), Pesaro (255 su 153) e Fermo (50 su 43). In generale, in Italia a fine 2023 si registrano circa 10 mila persone in più rispetto alla capienza regolamentare, con un tasso di sovraffollamento al 117% e una crescita di 400 persone al mese, mentre il 33% delle strutture detentive non garantisce lo spazio minimo di 3mq a persona.
Allarmante poi la situazione sanitaria, non solo per l’aumento nel consumo di psicofarmaci e di presenze di persone affette da dipendenze patologiche, ma anche degli atti di autolesionismo e di tentativi di suicidio. Il tasso di quest’ultima problematica è pari allo 0,11%, con 69 persone detenute che l’anno scorso si sono tolte la vita. Se nel Paese avessimo avuto la stessa percentuale, nel 2023 avremmo contato 66 mila suicidi: come la città di Fano e anche qualche paesino in più.
Sul fronte sanitario, secondo i dati di Antigone il 13% delle persone detenute ha una diagnosi psichiatrica grave mentre il 38% assume sedativi o ipnotici e il 20% terapie psicofarmacologiche importanti (antipsicotici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore).
Per quanto riguarda infine le tossicodipendenze, i dati elaborati sono per ora quelli del 2022 e dimostrano che, nelle Marche, gli ingressi in carcere dalla libertà sono stati 628 di cui 165 persone con dipendenze.
Per il 41% gli oppioidi sono la sostanza primaria, per il 30% cocaina e crack.
Foto: facebook Antigone Marche