L’unico indagato, l’ex fidanzato Simone Gresti, per sequestro di persona ha ricevuto l’ulteriore contestazione di omicidio volontario
Si dovrà attendere l’esame del dna su ossa e capelli rivenuti nel casolare di Castelplanio per sapere se si tratta di Andreea Rabciuc, la giovane scomparsa nel nulla il 12 marzo del 2022 da una roulotte poco distante.
Oltre due anni di ricerche, anche con droni e cani molecolari in tutta la zona. Eppure la ragazza – che secondo le ricostruzioni fornite dall’ex fidanzato Simone Gresti e dalla coppia di amici con cui aveva passato la serata – si era allontanata volontariamente senza cellulare e portafogli, a piedi, imboccando via Montecarottese, in direzione Moie, era lì a un chilometro da quella roulotte.
Il proprietario del casolare di via Monte Adamo n. 26 era andato a prendere la legna, due giorni fa, quando ha aperto la porta di una stanza tenuta chiusa per pericolo di crolli, ed ha visto adagiate sulle scale ossa umane. Solo scarpe ed un giubbotto. L’unico accesso dall’esterno, a quella stanza, era fornito da una finestra col vetro rotto.
L’uomo ha subito chiamato i carabinieri. Eppure quel casolare era stato già controllato successivamente alla scomparsa, come tutta la zona vicina al luogo dove Andreea era stata vista viva l’ultima volta. Il proprietario aveva segnalato alle forze dell’ordine la rottura del vetro della finestra.
Nel momento del ritrovamento, è giunta sul posto anche la madre di Andreea, Georgeta, in lacrime. Ha sperato per tutti questi mesi di riabbracciare la figlia, ora le sue speranze sono finite in quel casolare. Infatti pare che il giubbotto e le scarpe, oltre ad un ponte dentale rinvenuto sul corpo, conducano ad Andreea.
Ora l’esame del dna potrà chiarire l’identità della vittima e fornire risposte sulle cause della morte. Oggi alle 15 inzieranno le operazioni condotte dal dott. Tagliabracci dell’unità di medicina legale dell’ospedale di Torrette di Ancona. Nominato dalla difesa di Gresti un consulente di parte.
Molti gli interrogativi da chiarire, oltre alla conferma dell’identità. Innanzi tutto momento e cause della morte. Poi le indagini sui luoghi, con la possibilità che il cadavere della ragazza possa essere stato spostato, o lasciato su quel casolare in un secondo momento rispetto alle ricerche meticolosamente eseguite nei giorni successivi alla scomparsa.