Sunday 24 November, 2024
HomeAccadde oggi12 anni fa il naufragio della Concordia

Un lavoro durato due mesi per recuperare il relitto. Le vittime del saluto all’isola del Giglio, non autorizzato, del capitano Schettino

La sera del 13 gennaio 2012 la nave da crociera Costa Concordia, su cui viaggiavano 4.000 persone tra passeggeri ed equipaggio, urtò uno scoglio di fronte Punta Gabbianara, a Nord di Giglio Porto, e si aprì una falla sul lato sinistro: l’impatto provocò la brusca interruzione della crociera e il conseguente arenamento sullo scalino roccioso del basso fondale.

La ricostruzione della tragedia portò subito l’attenzione sul capitano della Concordia, Francesco Schettino, che quella sera del 13 gennaio decise di fare una manovra non autorizzata, avvicinandosi troppo alla costa in un tentativo di saluto all’isola del Giglio, non previsto dal piano di navigazione.

Il risultato fu disastroso e l’evacuazione della nave si trasformò in un caos, con passeggeri impauriti che cercavano di raggiungere le scialuppe di salvataggio mentre l’equipaggio lottava per mantenere l’ordine. Le operazioni di soccorso si protrassero per ore, e le autorità italiane furono chiamate a coordinare gli sforzi di salvataggio.

La tragica notte ha lasciato un bilancio pesante: 32 persone hanno perso la vita, molte sono rimaste ferite e la nave stessa è diventata un simbolo di negligenza e cattiva gestione. Il capitano Schettino è stato accusato di omicidio colposo, naufragio e abbandono della nave prima del completamento dell’evacuazione.

Centinaia di persone, bloccate all’interno dell’imbarcazione, furono soccorse e trasportate sull’isola del Giglio. Le operazioni consentirono lo straordinario salvataggio di una coppia di turisti coreani e del commissario di bordo, rimasti intrappolati nella parte parzialmente sommersa della nave per 24 ore.

Le operazioni per il recupero della Concordia terminarono il 13 marzo, due mesi dopo la tragica sera. Impiegate nelle attività 150 unità operative e 66 mezzi tra imbarcazioni, elicotteri e veicoli terrestri, con turni di 24 ore.

I sommozzatori effettuarono 150 ore di immersioni, esperti in tecniche speleo alpino fluviali svolsero 133 missioni all’interno del relitto per un totale di 4.679 ore di lavoro, mentre gli elisoccorritori si occuparono del trasbordo delle squadre e della strumentazione necessaria alle operazioni.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.