Sunday 24 November, 2024
HomeComunicati stampaSuicidio in carcere, Ciccioli: “maggiore attenzione ad ogni soggetto colpevole”

Ciccioli (FDI): “Il suicidio di Matteo Concetti dovrebbe portare i giudici a valutare con maggiore attenzione ogni storia giudiziaria e ogni soggetto colpevole e l’adozione di misure alternative in comunità o in strutture sanitarie”

Partiamo da un concetto, la popolazione carceraria in percentuali estremamente significative presenta disturbi gravi di personalità, magari non di rilievo giuridico, disagio psico-sociale o veri e propri disturbi mentali, frequentemente generati dalla tossicodipendenza. Esattamente il 30% della popolazione carceraria è tossicodipendenti, il che comporta in maniera prevalente una doppia diagnosi di disagio psichico e uso di sostanze, un 10% sono persone affette da disturbi mentali gravi, inoltre, il 20% assume stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi ed addirittura il 40,3% sedativi o ipnotici. Tutto ciò significa che esiste una correlazione prevalente tra persone disfunzionali e carcere rispetto alla semplice criminalità.

Questa tragedia che mette in luce, ancora una volta, come il sistema carcerario italiano debba essere rivisto, soprattutto per di chi soffre di patologie psichiatriche latenti e non solo evidenti e diagnosticate. Mi riferisco al suicidio di Matteo Concetti, 25enne, che si è impiccato nel bagno della sua cella in isolamento del carcere di Montacuto e per il quale esprimo cordoglio ai suoi familiari. La giustizia farà il suo corso. Anche se è la stessa giustizia che per un ritardo dal rientro da lavoro, ha pensato bene di rispedirlo in una cella per scontare il residuo di pena rimastagli, 8 mesi. Un particolare non di poco conto, questo. Infatti, era del tutto evidente che si potesse valutare la situazione, visto che allo stato attuale, si era trattato di una singola inadempienza. Il tutto, quindi, attraverso una valutazione dei giudici con una maggiore attenzione ad ogni storia giudiziaria e ogni soggetto colpevole e, dunque, l’adozione di misure alternative in comunità o in strutture sanitarie. Invece, nonostante la conclamata problematica dovuta al sovraffollamento carcerario, di fronte a un giovane con patologie psichiatriche, con un numero decisamente inferiore di agenti di polizia penitenziaria, e con scarsità di personale sanitario specializzato all’interno delle strutture carcerarie, si è deciso di rimandarlo in una cella. Dalla quale, purtroppo, ne è uscito cadavere. Sono contrario alla speculazione politica, ma non si può sottacere come solo negli ultimi 10 anni, i governi che si sono succeduti alla guida della Nazione non siano stati in grado di affrontare la questione carceraria nel miglior modo possibile.

E non lo dico io, ma i numeri: sovraffollamento intollerabile, mancanza cronica di agenti, non adeguata presa in carico di tutti i carcerati affetti da patologie psichiatriche e tossicodipendenze. In questo è colpevole la sinistra che nel mito di assicurare la stessa assistenza sanitaria che c’è tra la popolazione ordinaria e le carceri non si è resa conto utopisticamente che la popolazione carceraria necessità di assistenza diversa dalla semplice sanità territoriale. Sono certo che il Governo Meloni riuscirà a mettere mano anche a questo dossier lasciatoci da coloro che avrebbero potuto, ma non hanno fatto, e non solo in questo campo, ma che oggi sembrano avere tutte le ricette giuste, che non hanno mai applicato, improvvisamente rivelate. Resta il senso di una sconfitta del sistema giudiziario che continua ad auto-tutelarsi, incapace di una improcrastinabile e doverosa riforma”.

Questa la dichiarazione del consigliere di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale delle Marche, Carlo Ciccioli, in merito al suicidio in carcere di Matteo Concetti.

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Comunicato Stampa