Il 19 Dicembre, i Carabinieri della Forestale sono intervenuti chiamati dai cittadini residenti per
verificare quanto stesse accadendo. Come si vede anche dalle immagini, c’è il sospetto che le acque
di lavaggio dei capannoni contaminate dalla pollina siano state scaricate in un pozzetto delle acque
meteoriche che scarica nel fiume Esino. I Carabinieri svolgeranno le adeguate indagini per verificare
cosa sia realmente accaduto.
Si ricorda ai lettori che le acque di lavaggio contaminate dalla pollina possono contenere, oltre a
grandi quantità di azoto, anche metalli pesanti ed altre sostanze inquinanti. Proprio per questo viene
richiesta l’effettuazione di analisi chimiche prima di concedere l’eventuale spandimento nei campi
come fertilizzante, ma mai può esserne concessa l’immissione diretta negli scarichi che vengono
sversati nel fiume.
Come si evince dai disegni delle fognature che fanno parte dell’Autorizzazione Integrata Ambientale
sembrerebbe che il pozzetto (peraltro non segnalato !) sia collegato alle fognature delle acque piovane
che sono direttamente collegate al Fiume Esino.
Questa sarebbe l’ennesima segnalazione che ha per oggetto l’allevamento Fileni di Ripabianca, sulla
quale sono in corso indagini.
L’allevamento di Ripabianca è oggetto anche di una procedura aperta dalla Regione Marche relativa
alle emissioni di ammoniaca ed odorifere. La procedura aperta da più di un anno non ha fino ad ora
portato ad alcun miglioramento nella qualità di vita dei residenti che si trovano ancora ad avere la
vita condizionata dalla persistenza di una puzza nauseabonda, soprattutto nel periodo estivo. Il
Comitato per la Vallesina nutre inoltre forti dubbi sulla veridicità della rilevazione e sul calcolo delle
medie e dei valori fatte dall’Arpam ed ha recentemente preparato una relazione per dimostrare le
incongruenze sull’intero procedimento al fine di accertare eventuali responsabilità.