E’ stata la multisala Movieland di Fabriano ad ospitare la presentazione del cortometraggio Zonderwater dedicato alla figura del grande maestro Ezio Triccoli. Il progetto, nato dall’idea del regista Jonathan Soverchia, è stato coprodotto da Marche Film Commission, Fondazione Marche Cinema ed ha trovato subito l’appoggio della famiglia Triccoli, delle campionesse Giovanna Trillini, Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca e del Club Scherma. La casa di produzione Subwaylab ha compartecipato alla realizzazione del prodotto finale ed alla sua promozione.
Alla serata di ieri sera, moderata dalla giornalista Cristiana Simoncini, hanno partecipato il regista, la casa di produzione Subwaylab e la campionessa di scherma Giovanni Trillini. Il regista ha spiegato come il progetto di realizzare il corto sulla vita di Triccoli, sia stato semplice, in quanto la stessa vita del maestro è stato un film. Basti pensare che Triccoli impara l’arte della scherma ormai trentenne, da un sottufficiale inglese durante la sua prigionia nel campo di internamento di Zonderwater in Sud Africa, nella seconda guerra mondiale. Il campo di prigionia di Zonderwater, sarà il luogo emblematico dove il suo destino si compirà. Qui i prigionieri venivano impegnati con lo sport ed Ezio ha modo di scoprire la scherma. La detenzione forzata si rivelerà così come il momento cruciale del suo cambiamento e diventerà la sua vera nascita.
Tornato in Italia nel 1947, fonderà il Club Scherma di Jesi, da dove usciranno grandi campioni di fioretto. Molto intenso anche il film, dove in solo 17 minuti, si concentra questa bellissima storia di vittoria. Il film ha un contenuto onirico e simbolico, con il finale sospeso, perché, come ci ha raccontato lo stesso regista, lo spettatore deve essere parte attiva del film. Le location dove si sono svolte le riprese sono delle vere chicche e rappresentano ed esaltano le bellezze architettoniche della nostra Regione.
Ha portare un suo ricordo personale la campionessa mondiale di scherma, Giovanna Trillini, che ha spiegato come la grandezza della scherma jesina derivi proprio dalle tecniche innovative che il maestro Triccoli, aveva imparato a Zonderwater e fatto sue. “Il maestro Triccoli diceva ai genitori dei bambini che si iscrivevano al corso di scherma che non avrebbe garantito di far diventare il figlio un campione di scherma, ma sicuramente gli avrebbe insegnato ad essere un campione nella vita”, questo quanto ha anche raccontato la Trillini nel suo ricordo del maestro.
In sala presenti anche le figlie di Triccoli. Insomma una serata molto piacevole che lascia i presupposti per la realizzazione del sogno del regista: fare un lungometraggio sulla vita di Ezio Triccoli.