La legge consentirà di definire menu e ricette della cucina marchigiana che mettano in rete anche tutte le eccellenze naturalistiche, culturali, artigianali e industriali dell’intero territorio regionale. Ricetta spiegata con un video e informazioni su cultura e tradizione legate al piatto
Le Marche custodiscono un’arte culinaria davvero unica, con una grande varietà di piatti da portare sulla tavola. La Giunta regionale ha così pensato di mettere in cassaforte le antiche ricette della tradizione, utilizzandole allo stesso tempo come volano per il turismo.
Vincisgrassi, passatelli, maccheroncini, coniglio in porchetta, stoccafisso, brodetto potrebbero finire un un apposito Registro, così come individuato all’art. 3 della proposta di legge presentata dall’assessore al Commercio e all’Agricoltura Andrea Maria Antonini.
“Promozione e valorizzazione delle ricette e dei menù della cucina marchigiana” prevede l’istituzione di un Registro delle ricette della cucina marchigiana. Le ricette potranno essere inserite nei menù dei ristoranti, che nelle proprie cucine prepareranno i piatti tipici secondo la tradizione. Chi ne inserirà almeno cinque guadagnerà un un bollino di riconoscibilità ed entrerà in un circuito virtuoso di promozione turistica.
Un QR code accanto alla ricetta sul menù fornirà sia il link al video di come si cucina il piatto scelto e tutte le informazioni relative al contesto storico, culturale o artistico di quel particolare piatto.
“Siamo la prima Regione in Italia ad intraprendere una iniziativa del genere. Il nostro intento – spiega l’assessore – è quello di fornire agli operatori della ristorazione uno strumento legislativo innovativo che consenta loro di promuovere un’attività fortemente ancorata alla valorizzazione di un sistema di accoglienza che coniuga la cultura del cibo con la sua area di produzione.
La legge consentirà infatti di definire menu e ricette della cucina marchigiana che mettano in rete anche tutte le eccellenze naturalistiche, culturali, artigianali e industriali dell’intero territorio regionale.
Allo stesso tempo saranno attivate azioni di comunicazione efficace per la promozione e la conoscenza di tali realtà in Italia e all’estero, valorizzando anche le aree interne e i piccoli borghi e favorendo la destagionalizzazione dei flussi turistici e i locali storici. La proposta di legge si prefigge insomma – conclude Antonini – di rendere il settore gastronomico che tanta curiosità suscita nei turisti, sempre più protagonista muovendosi nel solco della programmazione integrata tra i settori dell’agricoltura, del turismo e del commercio verso un’identità gastronomica regionale. Tutto ciò senza dimenticare i vantaggi per la salute che la dieta mediterranea ha sempre garantito”.