Monday 25 November, 2024
HomeItaliaCronaca ItaliaDuplice infanticidio di Pedrengo, arrestata la madre

Secondo gli inquirenti, non sopportava il pianto insistente dei piccoli e li avrebbe entrambi soffocati

Oggi i Carabinieri di Bergamo hanno condotto in carcere, su ordinanza di misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bergamo, una giovane donna di Pedrengo, in provincia di Bergamo, accusta di aver ucciso i due suoi figli.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bergamo e condotte dalla Sezione Operativa
della Compagnia Carabinieri di Bergamo, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza
a carico della donna, che avrebbe dapprima ucciso la sua prima figlia il 15 novembre 2021, quando aveva solo 4 mesi, e poi, il 25 ottobre 2022, il secondo figlio di appena due mesi di vita.

I sospetti nei confronti della madre sono partiti con la morte del secondo figlio, le cui circostanze erano simili al primo decesso. L’autopsia sul corpicino ha rivelato la causa della morte, una asfissia meccanica provocata volontariamente. I risultati dell’autopsia sono arrivati a febbraio di quest’anno, da quel momento gli inquirenti hanno riaperto il caso della morte della primogenita, avvenuta anch’essa in tenerissima età e nelle medesime circostanze, ossia a casa con la madre. Era stata lei, anche in quella prima occasione, a chiamare il 118. Aveva subito riferito di aver dato il latte alla bambina e di averla fatta digerire in braccio fino a farla addormentare, per poi constatare, dopo essersi fatta una doccia, che la piccola, distesa nella propria culla, era diventata cianotica e non respirava più. Nel 2021, il medico intervenuto, nel constatare il decesso della bambina, in assenza di evidenti segni esteriori visibili all’esame esterno, aveva dichiarato di aver aspirato abbondante latte dal tubo endotracheale della bambina e aveva quindi spiegato che probabilmente la nascita prematura (era nata di 7 mesi) aveva comportato un deficit della deglutizione, così da ritenere che la morte fosse avvenuta per cause naturali, riconducibili alla Sudden Infant Death Syndrome (SIDS), comunemente nota come “morte in culla”.

Nonostante il Pubblico Ministero avesse disposto la riesumazione della salma della piccola, a distanza di quasi due anni dai funerali della piccola, nel cimitero di Pedrengo, non era stato possibile ricavare informazioni utili alle indagini dall’autopsia, poiché il danneggiamento della bara non aveva consentito una buona conservazione della salma della bambina.

Gli inquirenti sono andati avanti con le indagini, sono stati sentiti medici, parenti, specialisti e amici della donna. Ma a destare sospetti sono state alcune dichiarazioni rese dalla madre, nel tempo, discordanti tra loro. Appena scoperto delle indagini a suo carico, la madre ha iniziato a parlare di un cuscino, che poteva essere la causa del soffocamento della bambina.

Per entrambi gli omicidi, come gli inquirenti sostengono, ci sarebbe l’intolleranza della madre al pianto insistente dei piccoli. Dall’esame della documentazione sanitaria dell’indagata prima e dopo i delitti, sarebbe emerso un disturbo di tipo psichico della donna, pertanto si ritiene che la stessa abbia agito nella piena capacità di intendere e di volere, apparendo lucida, ben orientata, con grande capacità di linguaggio, razionalizzazione e freddezza, caratteristiche palesate, tra l’altro, nell’organizzazione della propria difesa, dopo aver scoperto di essere sospettata dei due infanticidi.

Il G.I.P. presso il Tribunale di Bergamo, concordando con l’ipotesi investigativa formulata dalla Procura, ha emesso nei confronti della donna, presunta responsabile del duplice omicidio, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere che è stata eseguita questa mattina.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.