Friday 22 November, 2024
HomeAttualitàTorna San Martì a Mergo in veste medievale: musica, taverne, tradizione e buon cibo

Dopo quattro anni di stop dovuti al covid ed alle successive difficoltà organizzative, torna una delle feste più vecchie dedicate all’autunno, San Martì a Mergo e torna in una veste tutta nuova, dove si darà ampio spazio alla rivisitazione storica.

La prima festa di San Martì nel comune di Mergo è stata trent’anni fa nella frazione di Angeli, poi per alcuni anni si è svolta sia nel centro storico di Mergo, che a valle ad Angeli. Per quest’anno si ricomincia dal borgo medievale di Mergo, poi si sta lavorando per far tornare la festa anche ad Angeli.

La festa sarà nel weekend di San Martino, dal 9 al 12 novembre, dove le cantine, il centro storico e le viuzze, accoglieranno i partecipanti con una festa dedicata al Medioevo ed alla riscoperta della tradizione di San Martino, oltre che degustare piatti tipici autunnali.

Storia e tradizione, alle origini di Mergo

Ma prima di dedicarci al programma ed alle attività che ci aspettano, facciamo un po’ di storia sul castello di Mergo e sul suo legame con San Martino. Il comune di Mergo è formato oggi dall’abitato di Angeli a valle e dal borgo arroccato di Mergo. La toponomastica ed i recenti ritrovamenti archeologici attestano che l’originario nucleo abitativo si trovava a valle, dove oggi sorge Angeli. Il nome “Mergo” sembra derivare infatti dal latino “meragus”, ovvero luogo paludoso, sicuramente a causa degli acquitrini formati dai frequenti straripamenti del vicino torrente. Prima della conquista romana il territorio era abitato da popolazioni pre-italiche ed era luogo di transiti commerciali tra Etruschi ed Umbri cui si sovrapposero, successivamente, popolazioni celtiche. Nel III secolo a.c., il territorio di Angeli e dei centri vicini, entrò sotto il controllo della Repubblica romana e divenne un centro abitato in espansione: possedeva una mansio, una stazione di scambio dei cavalli ed intorno abitazioni rurali e ville. Con il crollo dell’Impero romano si ebbe un progressivo degrado e gli abitanti del fondovalle iniziarono a spostarsi verso la sommità delle colline dando vita ad un nuovo nucleo abitativo: il primo documento scritto che attesta la presenza del castello e dell’abitato di Mergo sulla collina risale al XII secolo, indicato col nome di “Castrum Meragi”. Nei secoli VIII e IX d.c. la presenza dei monaci Benedettini, che si insediarono in questi luoghi, introdussero la venerazione verso San Michele, San Giorgio, San Giovanni e San Martino. Fu però tra il X e il XII secolo che ebbe inizio il vero e proprio incastellamento, quando la popolazione si raccolse dentro e intorno al villaggio fortificato così come appare ancora oggi il borgo di Mergo posto allora sotto il comando e la protezione della famiglia Ricci, i cui discendenti furono per qualche tempo signori del luogo.

Nei secoli Mergo ebbe, con la vicina Rosora, rapporti sereni con la quale condivise anche un lungo periodo di collaborazione. Negli anni che vanno dal 1926 al 1928 Rosora e Mergo furono unificati in un unico comune, con un solo podestà e una sola amministrazione. L’unione durò fino all’immediato dopoguerra quando entrambi i comuni tornarono autonomi.

Da dove nasce quindi la devozione per San Martino?

La leggenda narra che il santo, con un gesto di pietà, in un giorno freddo e piovoso, abbia donato metà del suo mantello ad un mendicante privo di ogni cosa e poi, in sogno, Gesù abbia rivelato di essere lui il mendicante. Nei giorni intorno all’11 novembre la morsa del freddo si attenua e il sole prende il posto della nebbia e della pioggia. La fede religiosa si innesta però sulla precedente tradizione pagana che segnava proprio in quei giorni il cambio di stagione in un legame profondo con la terra e con i suoi frutti; erano i giorni in cui si rinnovavano i contratti agricoli annuali e si aprivano le botti per assaggiare il vino nuovo.

Martino era nato a Tours, in Francia, nel 317 d.C. e dopo la carriera militare si era convertito al cristianesimo diventando vescovo della sua città dove fondò anche un monastero. Il legame di Mergo con il santo è condiviso con la vicina Rosora: tra i santi venerati dai Longobardi che dominarono questo territorio dal VI secolo, vi era proprio San Martino ed in località Tassanare, sulla strada che unisce Mergo a Rosora, si trovava proprio una chiesa intitolata al santo francese. Una chiesa condivisa dai due comuni a cui si provvedeva per la manutenzione e le necessarie riparazioni come risulta in alcuni documenti del XVII secolo e dove si celebrava messa ogni anno proprio il giorno 11 di novembre a spese della comunità di Mergo. Oggi la chiesa non esiste più, sembrano essere spariti tra la vegetazione anche i suoi resti, ma poco distante da quel luogo si trova un’antica croce.

Passiamo quindi al programma

Durante le giornate dal 9 al 12 novembre sarà attivo un mercato espositivo di prodotti artigianali ed enogastronomici con assaggi, saranno aperte vecchie cantine storiche in cui si potranno degustare piatti tipici; mentre nei vicoli e nelle piazze l’associazione “Armati dell’antica Marca” darà vita a rappresentazioni itineranti in costume medioevale che mettono in scena avvenimenti realmente accaduti nella storia di Mergo e alcuni gruppi si esibiranno nella esecuzione di brani musicali tratti dalla tradizione celtica. Inoltre ci saranno spettacoli con il fuoco.

Nella giornata di domenica ci sarà la rievocazione storica del Miracolo di San Martino a cavallo e letture di estratti da documenti storici che testimoniano la presenza della devozione di questa popolazione verso il Santo. Infine per l’evento è stato organizzato un camper raduno, con oltre 40 camperisti partecipanti, a cui sarà data la possibilità di conoscere il nostro territorio con la visita al Museo della Civiltà Contadina di Rosora, al Museo Carlo Urbani e al Frantoio Chiodi di Castelplanio ed al paese di Serra San Quirico ed il Polo museale di Santa Lucia.

San Martì Mergo programma
Autore

Cristiana Simoncini

Laureata in Lettere moderne, specializzata in valorizzazione e comunicazione dei beni culturali, è iscritta all’ordine dei giornalisti dal 2007 ed ha collaborato per svariate testate giornalistiche. Autrice di diversi libri di storia locale, è membro del comitato di redazione della Rivista “Quaderni storici Esini”. Attualmente lavora come operatrice di patronato.