Si legge questi giorni sulla stampa della iniziativa congiunta Fileni e Legambiente per la ripulitura di
un’area del Parco del Ventaglio a Jesi. Appare evidente in primo luogo la necessità di Fileni di
recuperare la propria immagine sul territorio usando queste iniziative estemporanee che hanno
l’aspetto di una scampagnata più che di una iniziativa seria, dato che l’area ripulita sembra essere, da
quanto riportano i comunicati, pari a 100 metri quadri, che sono se non sbagliamo pari a di 10 x 10
metri. Se si considera che sono occorsi 70 dipendenti di Fileni, significa che ogni dipendente aveva a
disposizione circa 1,4 mq. Una densità questa che fa invidia a quella dei polli degli allevamenti
intensivi di Fileni!
Quello che invece sorprende molti è questo strano connubio fra Legambiente, associazione con scopi
di tutela dell’ambiente, e un allevatore intensivo di polli come Fileni. Altrove, ad esempio nella valle
del Tammaro in Molise o nella zona di Rovigo in Veneto o anche in altre zone di Italia, Legambiente
si è pubblicamente schierata con i Comitati che contestavano gli allevamenti intensivi. A Jesi è invece
il contrario; proviamo ad analizzare le ragioni.
In primo luogo occorre dire che Fileni è stato uno degli sponsor della convention annuale
Festambiente di Legambiente organizzata il 6 Agosto a Ripescia in Maremma, a cui ha partecipato
sul palco la Sig.ra Roberta Fileni. Inoltre, Legambiente figura con il suo logo nei bilanci ufficiali del
Gruppo Fileni. Fileni partecipa dunque alla copiosa raccorta fondi di Legambiente che era nel 2019
pari a 8,9 mln di Euro.
Il legame, dunque, ed anche gli interessi sono molto solidi fra Fileni e Legambiente così come lo sono
fra Fileni e tutte le Associazioni agricole, in primis Coldiretti, Confagricoltura e Copagri che hanno
addirittura firmato una lettera consegnata al TAR Marche a sostegno della riapertura dell’allevamento
di Monte Roberto.
In secondo luogo Legambiente, che è la più grande onlus italiana con 1.000 gruppi locali e circa
115.000 associati, da sempre è molto vicina al PDI. Il suo deus ex machina che l’ha guidata dal 1987
al 2009, Ermete Relacci, è subito dopo divenuto deputato PDI. Nelle Marche il PDI è stato nelle
scorse legislature il più grande sostenitore del Gruppo Fileni, consentendogli l’apertura
incondizionata di un numero enorme di maxi allevamenti nel decennio che va dal 2010 al 2020 che
hanno deturpato la Valle dell’Esino e non solo quella.
Le ragioni pratiche dunque di questa collaborazione e vicinanza sono chiare. Per noi rimane
inconcepibile come una associazione che ha come scopo “interventi e servizi finalizzati alla
salvaguardia e al miglioramento delle condizioni dell’ambiente e all’utilizzazione accorta e razionale
delle risorse naturali “, possa sostenere un Gruppo industriale la cui attività è l’allevamento
intensivo. Come si presti, dunque ad una colossale operazione di Greenwashing associandola alle
tante operazioni e campagne meritevoli di lode che conduce.
Occorre dire che il Comitato per la Vallesina ha avuto una interlocuzione due anni fa con Legambiente
sia a livello nazionale con il Dott. Morabito che a livello locale con la Presidentessa del circolo di
Jesi Francesca Paolini. Volevamo il loro sostegno nella nostra lotta contro gli allevamenti intensivi
ed invece abbiamo trovato una totale ignoranza della problematica (abbiamo dovuto spiegare noi che
il Bio era una entità infinitesimale del business Fileni) ed una chiusura totale a favore del Gruppo
Fileni.
D’altronde, e questo l’abbiamo capito anche noi, business is business !