Friday 22 November, 2024
HomeAttualitàAperitivo “indigesto” al Passetto. Il racconto dell’ex sindaco di Monsano

Orecchie d’asino fatte indossare a giovane dipendente che sbaglia la comanda e insulti razzisti a donne e bambini. L’incredibile storia raccontata da Gianluca Fioretti, ex sindaco di Monsano

Una storia incredibile, alla quale avremmo fatto fatica a credere, se non l’avesse raccontata – mettendoci la faccia –  Gianluca Fioretti, persona seria e affidabile, che tra l’altro ha rivestito una carica istituzionale, come sindaco di Monsano.

Una storia incredibile, quella accaduta sabato 23 luglio, in un noto locale in zona Passetto, Ancona, che Fioretti racconta così. “Sabato, tardo pomeriggio, vado per un aperitivo, siamo in quattro. Non recensirò questo posto per il cibo, no. Quello che ho visto, mai successo prima, è al netto della qualità di prezzo, cibo e servizio (anche perché il posto, meraviglioso, vale da solo una visita).”

Fioretti si sta recando in un locale al Passetto di Ancona.

Nel salire le scale il gruppo nota sedute, e in piedi, alcune ragazze musulmane, con i loro vestiti leggeri, colorati, con il velo, ed i loro bambini che giocano. 

“Arriva trafelato un signore, di nero vestito – continua il racconto di Fioretti – con in mano una vaschetta di plastica di pomodorini. Ci supera, e nel salire le scale lancia verso quel gruppo due tre frasi incredibilmente razziste, così, con un ghigno intriso di disprezzo. Siamo basiti.”

Ma il meglio, anzi, il peggio, deve ancora venire:

“Ordiniamo i nostri aperitivi, sulla terrazza in alto, a picco su un mare al tramonto, stupendo. Andiamo a pagare, con le carte: metà, come si dice, alla romana. Ci troviamo di fronte una signora bionda, seduta alla cassa. Parole (di fatto nulle, empatia zero), comportamento: maleducata, con un filo di arroganza. Ok, ci guardiamo, e facciamo per andare via. Quando arriva una voce alta, dal tono sprezzante; un uomo, si quello dei pomodorini, il titolare o il gestore presumo, il quale, pochi metri più avanti, alla macchina per il caffè, deride e umilia a voce alta davanti a tutti un suo dipendente, un ragazzo giovanissimo, in silenzio, presumibilmente per avere sbagliato acqua per un cliente, penso liscia al posto della gassata, o viceversa, non importa. Stesso tono di disprezzo, a voce alta, tra le risate degli altri del personale (penso, spero, qualcuna obbligata…) e naturalmente della signora alla cassa.”

Poi un colpo di scena assai riprovevole: “All’improvviso il ragazzo si trova appiccicate alle orecchie due lunghe orecchie d’asino, di carta, bianche, con tanto di buco disegnato. Non pensavo mai di poter assistere ad una scena del genere. Sei clienti in un tavolo davanti si guardano sbigottiti, in silenzio. Gli altri non lo so, anche perché ce ne siamo andati, e non ritorneremo più. 

Solo, una cosa. Quel signore dovrebbe vergognarsi, e quel ragazzo se ne dovrebbe andare.”

Sui social si sono scatenati in tanti, ad oggi 185 emoticons e 89 i commenti, la recensione postata su Tripadvisor ha certamente contribuito a rincarare la dose, portando a 134 i commenti negativi su 363 totali, il che dovrebbe indurre gli interessati a farsi qualche domanda. Sul portale Tripadvisor il titolare ha scelto di non replicare, dichiarando al contrario, sulle pagine di un noto quotidiano locale, “Solo falsità, qui siamo una famiglia.”

Riuscirà a dimostrare che il gruppo dei quattro clienti, oltre ad altri presenti… non ci hanno visto giusto?

Autore

Giancarlo Esposto

Giornalista iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1985 – tessera n. 52020 - e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con emittenti radio-tv e giornali su carta e online. Nel 2010 medaglia d’argento per i 25 anni di iscrizione all’Ordine, nel 2020 tra i premiati del Premio Giornalistico Nazionale Giuseppe Luconi. Come scrittore, dopo alcune pubblicazioni di sport, relative alla sua attività giornalistica e dedicate al vernacolo, si è dedicato alla narrativa, pubblicando 5 romanzi; il più recente "Anagramma di donne". Pochi mesi fa ha pubblicato il libro "Dal taccuino di un cronista", racconti di oltre trent'anni di giornalismo. Una delle sue frasi preferite: “La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.” (Fernando Pessoa).