Saturday 4 May, 2024
HomeMarcheCultura Marche“Io, Giacomo”, a Palazzo Leopardi la mostra nata dalla partita tra Vanni e l’artista Antonio Greco

Quattro opere che mettono al centro gli oggetti di Giacomo, dai libri alla scacchiera “pavimentazione della realtà e gioco della vita”

Pedone bianco in e4 e pedone nero in e5. Sono le prime due mosse della Partita italiana, una delle aperture più antiche della storia degli scacchi nata in Italia nel sedicesimo secolo. Conosciuta anche come Variante Greco – in onore dello scacchista Gioachino Greco che la riportò in auge nel 1600 – la Partita Italiana dà il via al gioco mettendo i due pedoni, di diverso colore, nel cuore della scacchiera.

I due pedoni di Re uno di fronte all’altro ma non per uno scontro. Nessuno dei due, per natura, potrebbe mangiare l’altro. Si tratta piuttosto di un confronto, una relazione dopo la quale la partita può prendere vita. Proprio come l’apertura che dieci anni fa aprì la partita inaspettata tra l’artista Antonio Greco ( ironia della sorte, dello stesso cognome dell’apertura scacchistica) e Vanni Leopardi.

A combinare l’incontro ci pensò il caso. Il 13 giugno 2014, Antonio si trova a Recanati da qualche giorno e prima di ripartire per Roma va a vedere, per l’ultima volta, il colle dell’Infinito. Al ritorno un temporale lo convince ad entrare in un bar per ripararsi. Vanni uscito dal palazzo si trovava nello stesso locale. Dopo mezz’ora dal loro incontro era nato il progetto che oggi si è concretizzato nella mostra “Io, Giacomo” presentata giovedì a Palazzo Leopardi.

È lo stesso Antonio Greco a ricordare l’incontro, presente all’inaugurazione insieme alla Contessa Olimpia Leopardi, il sindaco di Recanati Antonio Bravi e l’assessora alla cultura Rita Soccio.

È una storia molto bella – ha affermato la Contessa Leopardi. Papà e Antonio si sono incontrati per caso e sono diventati amici carissimi. È nata l’idea di fare una mostra che riguardasse alcuni oggetti della biblioteca; una passione che li accomunava. Papà non è riuscito a vederla ma i sogni si ereditano e quando si riesce a farli avverare è un’emozione grande“.

Sento Vanni ancora vivo e presente – ha aggiunto l’artista Antonio Greco. Al centro delle opere esposte nella Stanza del ‘900 ci sono gli oggetti di Giacomo. Ci sono i libri, la sua vera siepe. La pendola ed un calco funebre. Poi la scacchiera“.

C’è un quadro in cui gioco a scacchi con me stesso – spiega. È una tematica, quella del doppio, che abita nella mia mente e mi piacerebbe che ciascuno di noi pensasse ad un’ipotetica partita con se stesso. Sono temi che Giacomo ha sviluppato nei suoi scritti. La scacchiera è importante perché dall’oggetto ho iniziato a fare una serie di ricerche tra i suoi scritti, scoprendo che Giacomo parlava già da adolescente del gioco degli scacchi e della scacchiera come metafora della vita. Il piano della pavimentazione è quello della realtà, sopra c’è il piano del gioco dove le mosse non sono altro che la metafora della vita”.

La mostra, composta da quattro opere, sarà visitabile a Palazzo Leopardi fino al 30 giugno, dalle ore 9.00 alle 17.30.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.