Thursday 27 June, 2024
HomeIn evidenzaC’era una volta: quando la Jesina se la batteva con le grandi – terza puntata

Dopo aver parlato delle storiche avversarie che quest’anno saranno ai nastri di partenza in serie A e B, tra le “nobili” ce ne sono diverse altra che in passato, prima o dopo aver incontrato la Jesina, sono salite nella massima serie.

Ancona e Ascoli

La prima della lista è l’Ancona, incontrata praticamente in tutte le serie alle quali la Jesina ha preso parte, dalla C in giù. I dorici hanno conosciuto la serie A in due occasioni, la seconda volta sotto la gestione di uno jesino, Ermanno Pieroni. Tra le vittorie dei leoncelli l’album dei ricordi ne propone tre, tra le più significative, il 4-3 al Dorico nel campionato di serie C 65/66, il 4-2 nel campionato di C/2 81/82, l’1-0 di nuovo al Dorico nel campionato di C/1 84/85.

Al Dorico la Jesina non aveva mai avuto particolare fortuna, così quel 4-3 di domenica 13 marzo 1966 era stato, per certi versi storico, anche perché era la “prima volta” per il leoncelli; era l’anno del ritorno in serie C della Jesina, dopo diverse stagioni in serie D. Nella partita di andata, al Comunale, Jesina e Ancona si erano divise la posta in palio, 0-0 il punteggio finale. Nel girone di ritorno, di fronte a spalti gremiti in ogni ordine di posti, la Jesina aveva avuto una partenza sprint, alla mezz’ora conduceva già per 2-0 grazie a Pazienza e Rocchi, poi dopo che Bonetti al 35’ aveva accorciato le distanze la Jesina era passata per altre due volte con Pazienza e Barile. Al 68’ i leoncelli conducevano per 4-1. L’arrembaggio dei dorici non era stato abbastanza efficace, solo a due minuti dalla fine, Giampaoli aveva provato a riaprire il match. Troppo tardi.

Altra data da ricordare 25 novembre 1984: ho ancora negli occhi la corsa sfrenata di Bonacci verso la porta di Santucci, trafitto al 72’. Poi nella gara di ritorno al Comunale l’Ancona avrebbe reso pan per focaccia (1-0, rete di Mochi), senza però cancellare la gioia di chi, quel giorno era al Dorico. Anche il campionato 81/82 aveva un sapore speciale, era quello del ritorno in terza serie. Nella partita di andata l’Ancona aveva avuto vita abbastanza facile, era finita 3-1 con reti di Tamalio, pareggio di Giuffrida (una delle migliori ali destre viste a Jesi), poi Ballardini e Zandegù avevano deciso il match. Nella partita di ritorno l’Ancona era salita al Comunale vestendo i panni della capolista – avrebbe vinto il campionato – ed era incappata in una domenica nera, perché si era trovata davanti una Jesina particolarmente motivata, decisa a regalare una gioia ai propri tifosi. Paciocco aveva portato in vantaggio la Jesina al 27’, 6’ dopo era arrivato il pareggio di Briganti; nella ripresa c’era stato ancora il vantaggio dei padroni di casa, con Bellomo al 9’, poi ancora il pareggio dei dorici, con Cappotti al 30’, in seguito, in due minuti, la Jesina aveva chiuso il match con Briga e Buffone al 79’ e 81’. Dopo c’erano state parecchie polemiche per un paio di infortuni subiti da giocatori dell’Ancona, con la Jesina accusata di troppo agonismo. Il derby è sempre il derby.

Restando in regione anche con l’Ascoli si contano alcuni precedenti, con quattro vittorie a testa e quattro pareggi, fino agli anni ’60, poi la Del Duca, il nome originario dei bianconeri, ha spiccato il volo verso altri palcoscenici calcistici.

Le altre ex avversarie che hanno poi militato in serie A sono state Chievo, Livorno, Piacenza, Padova, Perugia, Pescara, Pistoiese, Siena, Spal, Vicenza, Ternana, Treviso. E scusate se è poco…

Il Chievo

Ricordo il Chievo-Jesina del campionato 80/81, quando la Jesina era salita in C/2, battendo il Riccione nello spareggio di Arezzo. Eravamo tanti jesini a Verona: quell’anno al centro dell’attacco c’era Garbuglia, 23 reti alla fine della stagione, uno spauracchio per le difese avversarie. Quel sabato parte del pubblico di casa aveva preso di mira proprio lui.

«Dov’è Garbuglia?» gridava continuamente uno di loro, «Si è ingarbugliato» rispondeva ogni volta, sghignazzando, un altro. Questo per tutto il primo tempo. Poi 12’ dopo il riposo Garbuglia aveva superato il portiere Castellini, gonfiando la rete. Dei due buontemponi nessuna traccia, se l’erano data prontamente a gambe…

Il Perugia

Le partite contro Perugia hanno lasciato ricordi anche negativi, legati alle intemperanze registrate sugli spalti, in particolare nel campionato di C/2 87/88.

Perugia stava per staccare il biglietto per la promozione in C/1: qualche tempo prima la società umbra, aveva subito una ingloriosa doppia retrocessione dalla B alla C/2, a seguito dell’inchiesta per il Totonero-bis. Quel 15 maggio 1988 i tifosi del Perugia erano stati particolarmente turbolenti: uno dei pullmann non era arrivato nemmeno a Jesi, bloccato dalle forze dell’ordine all’altezza di Serra San Quirico, dopo che a Fabriano gli occupanti avevano devastato un bar e picchiato i clienti.

Le prime intemperanze erano avvenute già in occasione del fischio d’inizio, con un lancio di pietre dal settore occupato dagli ospiti verso la curva di casa, al quale aveva fatto seguito la distruzione di gran parte dei cartelloni pubblicitari, oltre che gravi danni ai servizi igienici del settore a loro riservato, nonché al box utilizzato come biglietteria, con l’addetto minacciato e derubato dell’incasso, dopo un vano tentativo di asserragliarsi all’interno, per sfuggire alla furia degli energumeni. I tifosi di casa avevano reagito, rispedendo le pietre al mittente.

La gara era filata via senza ulteriori gravi incidenti, ma non appena il Perugia era andato sul 3-0 in proprio favore, gli ultras della curva jesina avevano cominciano a defluire: si era capito che stava per accadere qualcosa e la conferma non si era fatta aspettare. Gran parte di loro si erano spostati davanti all’uscita del settore ospiti, mettendolo sotto assedio; alla loro uscita, sebbene scortati da un nutrito numero di poliziotti, i perugini erano stati aggrediti. In via San Francesco, un’auto messa di traverso aveva bloccato, isolandolo dagli altri, l’ultimo dei sei pullmann e alcuni degli occupanti erano stati picchiati. Nel bilancio finale della brutta giornata di sport, si erano registrati anche il danneggiamento dell’insegna di un distributore di benzina e di alcune vetrine, da parte dei tifosi perugini. Anche se negativi, anche questi, purtroppo, sono ricordi usciti dall’album… Con la speranza che non abbiano a ripetersi.

(nella foto un gruppo di tifosi della Jesina degli anni ’60)

Autore

Giancarlo Esposto

Giornalista iscritto all’Ordine dei Pubblicisti dal 1985 – tessera n. 52020 - e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con emittenti radio-tv e giornali su carta e online. Nel 2010 ha ricevuto la medaglia d’argento per i 25 anni di iscrizione all’Ordine, nel 2020 era nell’elenco dei premiati del Premio Giornalistico Nazionale Giuseppe Luconi. Come scrittore, dopo alcune pubblicazioni di sport, relative alla sua attività giornalistica e dedicate al vernacolo, si è dedicato alla narrativa, pubblicando 5 romanzi; il più recente "Anagramma di donne". Pochi mesi fa ha pubblicato il libro "Dal taccuino di un cronista", racconti di oltre trent'anni di giornalismo. Sportivo praticante fino a poco tempo fa, è stato sposato, vive con suo figlio, un cane, tre gatti e una tartaruga. Inoltre è parte attiva all’interno dell’Agenzia assicurativa Jesi 2.000. Una delle sue frasi preferite: “La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.” (Fernando Pessoa).